Escursioni


Prima di lasciare Capodimonte si dovrebbe fare almeno una tappa al Monte Bisenzo, la piccola altura che fronteggia l’Isola Bisentina e il promontorio di Capodimonte, in direzione Nord. Un viottolo conduce verso la sommità del monte, tra alberi di alto fusto che regalano frescura in estate e meravigliosi giochi di luci e colori nel periodo autunnale. Dal Monte Bisenzo si potrà ammirare un panorama quasi aereo, dominante la costa che conduce verso Capodimonte. Qui sorgeva Visentium, municipio romano, ma prima ancora abitato protostorico e importante centro etrusco.

Visentium Gli scavi archeologici eseguiti durante gli anni Settanta sul Monte Bisenzo hanno rivelato l’esistenza di un abitato della fine dell’età del bronzo che si sarebbe esteso prevalentemente sulla sommità del monte. Nel periodo villanoviano il centro abitato si espande, occupando anche i rilievi vicini. Le vastissime e ricche necropoli etrusche che si estendono tutto intorno al monte, da sud a nord, testimoniano il prestigio di Visentium dalla protostoria fino alla fine del VI secolo, in un’area posta sotto l’influenza di Vulci. L’intera sponda lacustre occidentale doveva essere sotto il suo dominio, contrapposta a quella orientale, controllata da Volsinii (Bolsena).

In base all’estensione delle necropoli di Visentium è stato possibile ricostruire le fasi di maggior sviluppo dell’abitato che si concentrano nel IX e VIII sec. a. C. per poi giungere, ad iniziare VII e per tutto il VI sec. a. C., ad un periodo di lieve diminuzione della popolazione, e dal V sec. a. C. ad una improvvisa, considerevole riduzione dell’abitato, forse addirittura abbandonato per alcuni secoli. 

Palmento monumentale Monte Bisenzo

Palmento monumentale Monte Bisenzo

Visentium tornerà ad essere abitata nel I sec. a. C., divenendo municipio romano e sopravvivendo anche nei secoli seguenti, durante il Medioevo e il Rinascimento, fino alla sua definitiva scomparsa, avvenuta a seguito di un editto di Papa Pio VII, nel 1816, quando le poche anime rimaste ad abitare quei luoghi furono trasferite nella vicina Capodimonte. 

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Colombaia, Rosella di Stefano

Bisenzo ebbe un ruolo rilevante anche in età altomedievale, durante il dominio degli Aldobrandeschi, fino al XIV secolo. In questo periodo storico, sulla sommità del Monte Bisenzo si sviluppò un castrum cui era associata un’area produttiva destinata alla coltivazione e all’allevamento. Sono ancora visibili alcune di queste strutture, tra cui varie grotte artificiali, alcuni palmenti per la produzione del vino e la colombaia, cioè una struttura per l’allenamento dei piccioni da carne, particolarmente apprezzata dagli aristocratici del tempo.

La colombaia si raggiunge percorrendo un breve sentiero, delimitato da una staccionata di legno. La vista che si può godere dall’interno della grotta, le cui pareti sono coperte da piccole nicchie, affascinerà chi non soffre di vertigini, poiché l’affaccio è a strapiombo sul lago. Gli abitati medievali  disponevano spesso di una colombaia, solitamente scavata nella roccia, in un luogo appartato e di livello inferiore rispetto all’abitato. Nulla resta, invece, del castello che sorgeva sulla sommità del monte, abitato dai Signori di Bisenzo, probabilmente un ramo della potente famiglia degli Aldobrandeschi.

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Vista sul lago, Rosella di Stefano

Lasciando il Monte Bisenzo in direzione nord, costeggiando il lungolago, si giunge nei pressi del Fosso Falchetto. Qui, entro un terreno privato, è ubicato il “Mitreo”, luogo di culto misterico di origine mediorientale, diffuso in età romana imperiale. L’ambiente, attualmente interrato rispetto alla situazione originaria, si presenta a pianta rettangolare, sviluppato soprattutto in lunghezza con corridoio centrale e sedili laterali (podia) in cui sedevano gli adepti che partecipavano ai riti sacri. 

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Mitreo, Rosella di Stefano

La Catacomba, situata a poco più di 700 m ad ovest rispetto al Monte Bisenzo, a poca distanza dal Fosso Spinetto, è un grande ambiente lungo 27 m e profondo 13 m, originariamente diviso in tre vani rettangolari. Risale al IV-V secolo e conteneva almeno 250 sepolture all’interno di loculi (cavità rettangolari), arcosoli (nicchie arcuate) e cubicoli (camere sepolcrali).

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Catacomba, Rosella di Stefano

 

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