Il lungolago e il porto turistico


Percorrendo la strada a ritroso per tornare al borgo moderno di Capodimonte, la nostra passeggiata può proseguire da via Roma fino al lungolago. La prima tappa è il grazioso porticciolo turistico: da qui, durante la bella stagione, è possibile imbarcarsi sul traghetto per effettuare un giro turistico intorno alle isole Bisentina e Martana.

L’Isola Bisentina e i Farnese

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L'Isola Bisentina, Rosella di Stefano

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Particolare dell'isola
Foto: Lucia Pisu

L’Isola Bisentina, che con la Martana orna il lago di Bolsena, ha avuto una storia che fin dal tempo degli Etruschi ha marcato la fisionomia del suo patrimonio naturale. 

Nel Medioevo fu roccaforte, rifugio dalle invasioni e famigerata prigione (la malta di dantesca memoria). Nel Rinascimento la sua destinazione abitativa e religiosa subì l’impronta di Ranuccio, il vero fondatore della dinastia dei Farnese che, scegliendola come luogo per la tomba di famiglia, ne fece una sorta di fanum farnesianum, un tempio naturale, un sacrario dei Farnese. 

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Ranuccio Farnese il Vecchio

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Pinturicchio, Papa Pio II Piccolomini

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Tiziano, Papa Paolo III

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Tiziano, il Cardinale Ranuccio Farnese

Nel 1431, quando Ranuccio diede in Enfiteusi (una forma di locazione) l’isola ai Frati Minori Francescani su desiderio di Papa Eugenio IV, l’Isola Bisentina diventò allora una piccola Terra Santa, i religiosi la trasformarono, nella parte più elevata, in una Via Crucis naturale: il punto più alto del Monte Tabor con l’Oratorio della Trasfigurazione, il Golgota con la Crocefissione (di Benozzo Gozzoli), il Monte Sinai con il Tempietto di Santa Caterina, l’Orto degli Ulivi con la chiesa immersa tra le rocce, prospiciente il lago, e gli ulivi di grande suggestione per il raccoglimento e la preghiera. 

Dopo la visita del Papa Pio II Piccolomini, ospite del Castello dei Farnese, le chiesine diventarono cinque poiché il Papa permise la costruzione del quinto oratorio che i frati vollero intitolare in suo onore. La visita all’Isola Bisentina è riportata con molta simpatia nei suoi Commentaris dove ricorda anche la grande corsa delle barche, organizzata in occasione della visita del Pontefice da Gabriel Francesco Farnese, figlio maggiore di Ranuccio. 

Con l’avvento del Cardinalato di Alessandro Farnese (1493), le cappelline diventarono sette, come descritto dal Vasari: “il Cardinal Farnese ha ordinato al suo architetto Antonio da Sangallo il Giovane di costruire sull’Isola Bisentina due tempietti a completamento e raggiungimento del numero sette”. 

Il primo, nell’estremità a nord, doveva essere a forma quadrata esternamente e circolare all’interno, a rappresentare l’uomo che tende alla perfezione. Nel punto più a sud, ecco il tempio a forma ottagonale all’esterno e circolare all’interno, raggiungimento della perfezione divina, il cui simbolo è rappresentato dal numero otto. 

Nel 1534, il Cardinal Farnese salirà al soglio pontificio con il nome di Paolo III. Da questo momento anche l’Isola Bisentina conobbe un periodo di grande trasformazione ad intervalli che la resero sempre più una sorta di luogo sacro della famiglia. Nemmeno l’acquisizione del ducato di Parma e Piacenza portò i Farnese ad allontanarsi dalle magiche e sacre atmosfere di questo luogo e da Capodimonte.

Oggi l’Isola Bisentina non è visitabile al suo interno, in quanto di proprietà privata. Tuttavia è possibile ammirare tutta la sua bellezza costeggiandola con imbarcazioni private o mediante i traghetti turistici disponibili al porto di Capodimonte.

Felicita Menghini Di Biagio, studiosa di storia farnesiana, è autrice con Alessandro Menghini del volume “Isola Bisentina. Giardino tempio dei Farnese” edito da AMP, 2007.

 

I circa due chilometri di lungolago rappresentano la “passeggiata” dei capodimontani in tutti i periodi dell’anno. Qui ci si incontra, si sosta nei piccoli chioschi bar o si percorre il litorale in bicicletta, cercando di non disturbare le colonie di oche canadesi che vivono lungo il lago e che non sembrano affatto preoccupate dalla convivenza con la specie umana. Una vita semplice, lontana dal frastuono delle grandi città, ideale per gli amanti della natura! Sebbene Capodimonte sia una meta turistica visitabile tutto l’anno, chi vuole godere appieno del contatto con la natura e sperimentare i ritmi tranquilli della vita di un piccolo centro, dovrà preferire la stagione autunnale e invernale. Circoli e associazioni locali offrono l'opportunità di praticare attività sportive all'aria aperta.

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Lungolago, Museo della Navigazione delle Acque Interne

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Lungolago, Rosella di Stefano

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