La tomba dinastica
In questa tomba gigantesca furono rinchiuse le ceneri di uno dei
sovrani più intelligenti che il mondo abbia avuto.
Stendhal, Passeggiate romane, 1829
Prima di addentrarci nella visita del castello, proviamo ad immaginarci l'imponente tomba dinastica che l'imperatore decise di far costruire per esservi sepolto insieme alla sua famiglia e ai suoi discendenti.
La grandiosa struttura originaria, forse progettata con l'intervento dello stesso imperatore che si dilettava con grande passione nell'architettura, rimane celata all'interno dell'edificio che nel corso dei secoli ha modificato radicalmente la sua destinazione d'uso, divenendo presto la fortezza che ancora oggi ammiriamo.
Il tipo di sepoltura scelta da Adriano ricorda vagamente le tombe a tumulo etrusche e italiche, oppure i sepolcri dinastici dell'ambiente ellenistico, diffusi a Roma tra la fine del I secolo a.C. e il I secolo d.C. e prediletti dall'aristocrazia senatoria e da Ottaviano Augusto, il primo imperatore romano, che se ne fece costruire uno ai limiti settentrionali del Campo Marzio a Roma.
La maestosità della tomba di Ottaviano e la ricchezza del suo apparato decorativo – del tutto inediti a Roma - trovavano confronto tra i contemporanei solo con il grande sepolcro del re di Caria, Mausolo, dal quale oggi prendono il nome sia la tomba di Ottaviano sia quella di Adriano. In epoca antica infatti i suddetti monumenti non furono mai chiamati mausolei ma semplicemente “sepolcri”.
Il motivo che spinse Adriano a costruire un nuovo grandioso mausoleo dinastico fu legato al fatto che la tomba di Augusto in Campo Marzio non aveva oramai più spazio a disposizione visto che dal I secolo d.C. vi erano state deposte le ceneri di numerosi membri della dinastia Giulio-Claudia, di alcuni Flavi e dell'imperatore Nerva. E se è vero che Traiano era stato sepolto in un'urna all'interno della colonna che aveva fatto innalzare nel Foro che ancora oggi porta il suo nome, il primo imperatore ancora sprovvisto di una tomba era proprio Adriano.
La necessità di dare inizio alla costruzione di un nuovo monumento destinato a sostituire la tomba di Augusto, fu quindi la molla che spinse Adriano a ricercare proprio nel mausoleo del primo imperatore romano, l'ispirazione per il più grande sepolcro imperiale mai costruito a Roma, giunto sino a noi nonostante e grazie alle trasformazioni che ne hanno fatto oggi uno dei monumenti simbolo della città stessa.
A Roma, si adoperavano per ingrandire il mio colossale mausoleo, di cui Decriano aveva abilmente rimaneggiato la pianta; ci lavorano ancora oggi. L'Egitto m'ispirò quelle gallerie circolari, quelle rampe che declinano verso sale sotterranee; avevo concepito il piano d'un palazzo della morte che non avrebbe dovuto esser riservato solo a me o ai miei successori immediati, ma nel quale sarebbero venuti a riposare gli imperatori futuri, separati da noi da prospettive di secoli; principi ancora da venire hanno così già il loro posto segnato nella tomba. Mi occupai altresì di ornare il sepolcro elevato nel Campo di Marte alla memoria di Antinoo, per il quale una nave piatta, giunta da Alessandria, aveva scaricato obelischi e sfingi. Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano