Esterno: le ruote idrauliche
Ritornati nell’atrio, uscite dal portone: l’edificio sulla sinistra, l’antico ricovero per i cavalli del setificio, è stato restaurato e ospita oggi la sala civica “Don Carlo Gnocchi” del Comune di Abbadia Lariana. Accanto potete osservare un albero di gelso, la pianta nutrice del baco da seta. Oggi i gelsi sono poco diffusi, ma nel XIX secolo, epoca d’oro della produzione serica, nella sola Brianza lariana erano coltivati circa 3 milioni di alberi.
Costeggiate la facciata del filatoio, procedendo verso destra, in direzione dell’antica filanda, oggi sede della scuola secondaria statale di primo grado.
Proseguite girando attorno all’edificio del filatoio, per raggiungere il retro del setificio, dove sono visibili le grandi ruote idrauliche in ferro e ghisa del 1869 che costituivano la forza motrice della fabbrica. La più grande, completamente restaurata, misura oltre 7 metri di diametro.
Le due ruote di tipo verticale per di sopra (o a gravità) erano azionate dall’acqua in caduta dall’alto dalla roggia che riempiendo le cassette imprimeva il movimento.
Il filatoio ha continuato a impiegare l’energia idraulica fino al 1934, anno della fine della produzione serica, non fu mai introdotta l’energia elettrica poiché quando le tecnologie impiegate qui divennero obsolete, la famiglia Monti decise di investire in un complesso più moderno a Mandello del Lario.