Sala 9: il torcitoio
Entriamo dalla porta di legno nella sala che ospita il pezzo più significativo della collezione museale, il torcitoio circolare, o più comunemente a pianta in tondo, ancora funzionante e carico di seta.
Si tratta dell’originario torcitoio a torsione sinistra del 1818, acquistato ancora funzionante dalla famiglia Abegg nel 1965 e donato al Museo Technorama di Winterthur (Zurigo), che solo alla fine degli anni ’80 lo ha restituito in comodato al Comune di Abbadia Lariana.
Il torcitoio è composto da una grande gabbia circolare in legno, alta 11 metri e dal diametro di 5 metri, per un totale di 4 piani di torcitura. Spostando lo sguardo verso l’alto è possibile apprezzare lo sviluppo verticale della macchina.
La ruota idraulica posta all’esterno azionava, attraverso un braccio orizzontale, due grandi ruote con ingranaggi in legno di robinia che trasmettevano il movimento all’intera macchina.
Venivano così messi in movimento, attraverso una cinghia di cuoio, 972 rocchetti; piani inclinati interni mettevano invece in movimento, a una velocità inferiore, gli aspi su cui si avvolgeva la matassa di filo torto.
Il macchinario è costruito interamente in legno, di essenze diverse per adattarsi alle diverse funzioni; si trovano quindi, nelle diverse parti, castagno, acero, ulivo e robinia.
Sebbene non sia più azionato dalla forza idraulica, tuttavia il torcitoio è ancora funzionante grazie a un motore elettrico. Rocchetti e aspi sono ancora nelle loro posizioni originarie.
Accanto al torcitoio circolare è possibile apprezzare i tre piantelli in quadro del torcitoio di tipo francese costruito dal Monti nel 1869, in sostituzione del secondo torcitoio circolare a torsione destra. Ciascuno dei piantelli, anch’essi sviluppati su quattro piani, conteneva 1000 rocchetti, per un totale di 3000; in uno spazio analogo, questo nuovo macchinario era in grado di triplicare la produzione.